CONDIVIDI:
7 Aprile 2023

L’algoritmo di Twitter è pubblico: vediamo come funziona

di Proforma

Il primo aprile l’algoritmo di Twitter è diventato accessibile al pubblico. No, non è uno scherzo di Elon Musk: una parte dell’algoritmo che regola la selezione dei tweet proposti agli utenti nel feed della sezione Per Te è stato pubblicato su Github e l’azienda ha pubblicato un comunicato che anticipava questa novità. Molti esperti hanno analizzato i meccanismi che regolano il codice, fra conferme di ciò che in tanti avevano già intuito e alcune novità particolari. Vediamole insieme.

  • Like, retweet, reply: il podio del valore

I like, i retweet, le reply e il tempo trascorso su ogni tweet hanno pesi e valori diversi, ma ci aiutano diffondere i nostri contenuti, così come le immagini e i video. I link esterni invece ci ostacolano, a meno di non avere un seguito molto attivo, e potrebbero essere etichettati come spam. Con questo meccanismo, Twitter attribuisce un punteggio ad ogni tweet e ordina il grado di priorità nella scelta dei contenuti candidati ad essere più visibili nel feed. Steven Tey, programmatore statunitense, sul suo blog chiarisce ulteriormente questa scala di valori: un utente che clicca sul tweet e si ferma a leggerlo ha un valore di gran lunga maggiore rispetto ad un semplice like. E se si ferma a guardare anche il tuo profilo e risponde ad un tuo tweet (che magari è l’inizio di un dialogo) quel valore aumenta esponenzialmente.

  • Mute & unfollow: le azioni che ci danneggiano

Chi silenzia le nostre notifiche o smette di seguirci danneggia pesantemente la diffusione dei nostri contenuti, come pure chi clicca sull’opzione “mostra di meno”. Chi ci blocca o ci segnala per spam o per qualche forma di abuso, anche senza un motivo specifico, danneggia il nostro engagement assoluto.

  • Il programma Twitter Blue

La spunta blu accanto al nostro account è fondamentale per diffondere i nostri contenuti. Twitter Blue è il servizio di abbonamento premium a pagamento che ha generato molte polemiche nei mesi scorsi, al punto da essere definito da Vincenzo Cosenza, esperto di tecnologia e innovazione, un indizio verso un futuro di Twitter social delle diseguaglianze. Il costo della spunta di 8 dollari mensili, però, potrebbe essere un investimento necessario (e dirimente) per potenziale diffusione dei nostri contenuti.

  • Contro le fake news, con qualche ombra

L’algoritmo di Twitter contrasta chi diffonde fake news. Sembrerebbe un impegno concreto del social di Musk a combattere la diffusione delle notizie false, eppure questo meccanismo, curiosamente, limita anche le informazioni che riguardano la crisi in Ucraina. Ci sembra un punto controverso: su questo tema, qual è la linea rossa che divide i tweet che contengono informazioni verificate da quelle false? Cosa succede ai tweet che riportano hashtag che si riferiscono all’invasione russa dell’Ucraina? Cosa succede a quelli che promuovono campagne di raccolta di fondi o di beni a sostegno della popolazione ucraina? Come mai questa restrizione sull’argomento? Potremo avere più informazioni nei prossimi giorni e immaginiamo che la stessa azienda potrebbe beneficiare di un chiarimento ufficiale.

  • Il potere delle bolle

L’algoritmo di Twitter inserisce gli utenti in bolle, circoli, cluster e categorie definite. Questa funzione sembra pensata per favorire l’interazione fra utenti (e follower) più simili fra loro per interessi, attività e opinioni politiche. Da un lato, questo potrebbe consentire maggiore sintonia fra contenuti e utenti potenzialmente simili fra loro, ma dall’altro potrebbe scoraggiare la pubblicazione di contenuti originali rispetto alle abitudini o la possibilità di raggiungere un pubblico che non ci conosce o che non ha mai sentito parlare di un prodotto, di un’opinione o di una persona. E a monte ci sembra anche una suddivisione quasi manichea operata da chi scrive e gestisce il codice. Questo è un potenziale problema, perché si riflette, in negativo, sulle azioni che l’algoritmo può ritenere “fuori dal contesto” di chi le pubblica.

  • Ma come funziona la selezione dei tweet?

Antonio Marino, su Repubblica, ha riassunto bene il meccanismo: l’algoritmo seleziona e mostra una serie di contenuti (1500 alla volta), scegliendoli da un primo gruppo composto dai profili che seguiamo (e con cui abbiamo avuto interazioni più frequenti), e da un secondo gruppo più ampio, che comprende i tweet che provengono da profili non seguiti, che presentano opinioni, genere di contenuto o caratteristiche simili a ciò che postiamo o ricerchiamo abitualmente, e che per questo motivo vengono ritenute più interessanti per la nostra homepage.

Focus: cosa può cambiare per le redazioni

In Italia tante redazioni giornalistiche utilizzano i social network con uno schema consueto: copypost e link all’articolo sul proprio sito, o copypost + immagine + link esterno. La pubblicazione dell’algoritmo di Twitter potrebbe essere una grande opportunità di riflessione.

Cosa può fare Twitter per migliorare il suo algoritmo?

Aakash Gupta, esperto di tecnologia, oltre a questa bella analisi dell’algoritmo di Twitter sulla sua newsletter, ha fatto sul suo profilo Twitter anche una proposta interessante di sviluppo del codice. Se Musk manterrà la sua promessa di aggiornare spesso il codice di Twitter, queste idee potrebbero tornare utili.

CONDIVIDI: